Noi, fratelli di calcio, siamo tutti Peppe Feola. Poco fa è squillato il telefono. “Hanno staccato la spina. Peppe non ce l'ha fatta” (leggi qui). Come una coltellata. Il calcio è così: siamo avversari a volta pure nemici, ma siamo tutti fratelli. Chi ama il calcio, chi lo gioca, chi ne scrive, siamo tutti uniti da un filo invisibile. Una famiglia allargata. Oggi il popolo del calcio piange un altro fratello. Perché il calcio è così. Ti fa odiare l’avversario, sperare che perda e pure male. Ma quando qualcuno se ne va ti alzi e gli rendi onore. Perché onore e rispetto sono alla base di questo gioco. Se ami il calcio basta uno sguardo per capirti al volo. I voli pindarici sul rinvio della gara li lasciamo alle trasmissioni televisive. Noi non ne abbiamo bisogno. Ci basta pensare che ogni giorno faceva quello che gli piaceva fare. Giocare a pallone. Poco fa ci ha lasciato uno di noi. Un fratello di calcio. (Enzo Santoro)